Falcomatà al sit-in per la Statale 106: «Bisogna correre, sindaci e comunità reclamano il diritto ad una mobilità sicura e moderna»

pubblicato 2024/02/26 10:06:40 GMT+1,
Il sindaco della Città Metropolitana, insieme ai sindaci dei Comuni dell'area jonica, ha aderito alla mobilitazione lanciata dalla triplice sindacale

Il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà ha partecipato al corteo di Cgil, Cisl, Uil e degli amministratori dei Comuni locridei per la difesa ed il rilancio della Strada Statale 106.
«Non basta un progetto di fattibilità. Bisogna correre, andare avanti, fare qualcosa in più per la Statale 106 e per questi 147 chilometri di territorio dove vivono e operano cittadini, sindaci, calabresi che reclamano diritti, sicurezza e sviluppo». Con queste parole, il sindaco Falcomatà ha aperto la manifestazione ringraziando «la triplice sindacale per aver alzato l'attenzione su un problema sentito e reale in una parte importante della regione».

«Con questa manifestazione - ha detto - i sindaci del territorio chiedono un'assunzione di responsabilità alla Regione e all'Anas affinché il progetto di ammodernamento veda finalmente la luce. Le risorse ci sono e, se del caso, si devono adeguare alla particolare congiuntura economica e all'aumento dei prezzi e dei materiali. È bello che la mobilitazione odierna coinvolta, contemporaneamente, diverse province calabresi perché la voce unitaria delle comunità è sempre più forte».

«Mentre noi siamo qui a manifestare - ha aggiunto il sindaco Falcomatà - una delegazione di consiglieri regionali del reggino, con in testa l'onorevole Giovanni Muraca, si trova negli uffici della Regione Calabria, a Catanzaro, per verificare la situazione e procedere in maniera coordinata e sinergica».

«Mi auguro e ne sono convinto - ha concluso il sindaco metropolitano - che questo spirito, in cui prevalgono gli interessi del territorio, prosegua anche rispetto all'autonomia differenziata, un altro importante tema da affrontare e contrastare con quanti hanno il dovere di difendere il comprensorio. Diventando legge, questa riforma creerebbe una spaccatura ed un divario insanabile con le regioni del Centro-nord. A quel punto, sarebbe inutile parlare di infrastrutture e progetti di sviluppo di un territorio che il Governo vuole diviso».

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