Archivi Storici aggregati: i Brefotrofi di Reggio Calabria, Locri, Palmi e Gerace
pubblicato
2023/12/11 12:16:00 GMT+1,
I brefotrofi, parola composta di origine greco-latina che unisce il sostantivo brephos (infante) e il verbo trophein (allevare), furono istituti destinati all’accoglienza e all’allevamento di bambini nati al di fuori del matrimonio, non riconosciuti dai genitori naturali o a rischio di abbandono.
La loro origine risale quantomeno all’ottavo secolo d.C. allorché si ha traccia di un istituto di tal genere fondato a Milano grazie a una disposizione testamentaria di un ecclesiastico che adibì la sua casa e i suoi beni all’accoglienza, affidata a nutrici stipendiate, dei bambini nati da relazioni adulterine che altrimenti sarebbero stati destinati a morte certa.
Nel corso dei secoli successivi la diffusione dei brefotrofi aumentò, agevolata dall’introduzione della cosiddetta “ruota degli esposti”, una sorta di porta girevole collocata presso l’ingresso di luoghi religiosi (particolarmente ospedali), che consentiva di farvi passare il neonato e di affidarlo al personale addetto senza che il deponente fosse visto.
Si era inoltre progressivamente istituzionalizzato un dovere morale della classe nobiliare di mettere a disposizione risorse finanziarie e beni materiali per l’assistenza e il mantenimento dei trovatelli.
Il picco di afflussi fu probabilmente raggiunto tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo: si stima infatti che nell’Ottocento esistessero brefotrofi in ognuna delle grandi città e che vi trovassero accoglienza decine e decine di migliaia di bambini abbandonati.
Tale fu l’imponenza del fenomeno che se ne interessò anche la letteratura: dalla penna di Charles Dickens e Victor Hugo nacquero infatti gli indimenticabili personaggi di Oliver Twist e Quasimodo, entrambi “trovatelli”.
Ancora di seguito, con l’avanzare degli Stati moderni, le politiche assistenziali passarono in mano pubblica e i brefotrofi così come la ruota degli esposti scomparvero progressivamente.
Resta la loro storia collettiva e, attraverso gli archivi degli istituti, le storie individuali di migliaia e migliaia di esseri umani che si ha il dovere di conservare perché anch’esse hanno diritto alla memoria.
Delibera Deputazione Provinciale di Calabria Ulteriore Prima n. 45
Tornata ordinaria del 6 febbraio 1897
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